Seguire una dieta vegana rischia di peggiorare l’assunzione già bassa di un nutriente essenziale coinvolto nella salute del cervello, la Colina.
La colina è una vitamina (J) con spiccata funzione antiossidante, neuroprotettiva e cardioprotettiva.
La carenza di colina spesso è correlata ad una ridotta assunzione di proteine. Le conseguenza possono essere alta pressione sanguigna, cirrosi epatica e degenerazione grassa del fegato, aterosclerosi e indurimento delle arterie.
Qual è la quantità di colina necessaria per rifornire l’organismo in caso di carenze?
Per far fronte alle carenze, un gruppo di esperti scientifici dell’Efsa (European Food Safety Authority) ha stabilito che i livelli di assunzione consigliati di colina sono pari a 480 mg al giorno in gravidanza, 520 mg al giorno durante l’allattamento al seno, 140-340 mg al giorno per i bambini e ragazzi da 1 a 14 anni e 400 mg al giorno tra i 15 e i 17 anni e per gli adulti.
Alimenti ricchi di colina sono le uova (il tuorlo ne contiene 820 mg per 100 g, e un tuorlo pesa circa 15-20 g), la carne di manzo (333 mg), il caviale (480 mg), i fegatini di pollo (326 mg),la soia (115 mg per 100 g). Altre fonti primarie di colina sono latticini, pesce, con livelli minori in noci, fagioli e verdure crucifere, come i broccoli.
Nel 2016 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha pubblicato requisiti giornalieri simili. Tuttavia, è dimostrato che l’assunzione abituale di colina, in media, non è quella raccomandata.
Questo è preoccupante dato che le tendenze attuali sembrano essere verso la riduzione della carne e le diete a base vegetale. Attualmente la colina è esclusa dai database di composizione degli alimenti, dalle principali indagini dietetiche e dalle linee guida dietetiche. Potrebbe essere il momento di invertire le linee guida, in particolare alla luce delle crescenti prove dell’importanza della colina per la salute umana.